I muscoli rappresentano quasi il 40% del peso corporeo dei cavalli e sono stati, nel corso dell’evoluzione, i principali motori della loro sopravvivenza
consentendo loro di percorrere lunghe distanze per spostarsi e fuggire dai predatori. I muscoli nel cavallo si suddividono in tre tipologie: muscoli cardiaci, muscoli lisci e muscoli scheletrici. Questi ultimi, insieme a ossa, tendini, legamenti e alle fasce del corpo, costituiscono il sistema locomotore del cavallo.
Come nell’uomo, anche nei cavalli si possono identificare differenti tipologie di fibre muscolari, con caratteristiche proprie che determinano le performance del cavallo. Esistono le fibre a contrazione lenta, tipo I, che garantiscono resistenza costante a lungo termine; i cavalli che le hanno maggiormente sviluppate sono i cavalli da endurance perché sono in grado di compiere enormi imprese di resistenza sulla lunga distanza.

Le fibre a contrazione rapida, tipo IIA, invece, grazie al loro alto concentrato di mioglobina, offrono un mix di potenza e resistenza per circa 30 minuti. Quello che necessita un cavallo da completo o da salto ostacoli.
Infine esistono le fibre muscolari tipo IIB, che sono quelle in grado di generare forza esplosiva, perché si contraggono più velocemente e con maggior potenza. Fibre che consentono al cavallo di dare il massimo per brevi periodi, circa 60 secondi. Questa muscolatura è particolarmente sviluppata nei cavalli da corsa (soggetti a scatti brevi ma intensi di velocità).
Comprendere le differenze tra queste tre fibre è fondamentale per la gestione del benessere muscolare dei cavalli e per supportare correttamente le loro specifiche performance.